Un melograno (foto: sicilianfactory.com)
Benessere green

Melograno: buono ma con qualche controindicazione

LE PROPRIETÀ. Il melograno, il cui nome scientifico è Punica Granatum, è una pianta originaria del sud ovest asiatico, ma oggi è coltivata nelle zone mediterranee dell’Europa e dell’Asia e nel Nord America. Fin dall’antichità questo frutto è stato simbolo di abbondanza e longevità, sia per il suo aspetto colorato e ricco di semi succosi, sia per le sue molteplici proprietà terapeutiche già ben note. Il suo succo contiene una buona quantità di sali minerali come potassio, manganese, zinco, rame e fosforo, e anche se pure in quantità minore, ferro, sodio e calcio. Abbondante anche la presenza di vitamine: A, B, C, E e K. La virtù principale del melograno è di possedere buone quantità di acido ellagico e varie proprietà antiossidanti che lo rendono una cura attiva per vari tumori. Inoltre, secondo recenti studi, l’assunzione protratta nel tempo del suo succo sarebbe in grado di proteggere il cuore dalla formazione di placche aterosclerotiche. Vorresti avere succo di melograno fresco sempre disponibile? Noi ti proponiamo questo [amazon text=sgranatore&asin=B00GR0O76U].

LE CONTROINDICAZIONI. Il consumo eccessivo di melograno può però avere effetti collaterali, fino a vere e proprie intossicazioni, con sintomi di vertigini, cefalea, sonnolenza e difficoltà respiratorie. Il suo succo può anche inibire il principio attivo di alcuni farmaci, come gli antidiabetici, antidepressivi, antinfiammatori e medicine per l’ipertensione, per questo è bene prestare attenzione alle indicazioni mediche, anche se non vi è alcun pericolo per chi consuma questo frutto una volta ogni tanto. Il succo di melograno difficilmente crea reazioni allergiche ma, messo a contatto con la pelle, può irritarla e provocare gonfiore. Un’altra controindicazione è quella di abbassare la pressione anche se, in questo caso è invece indicato per chi soffre della patologia apposta (lo sai quali sono i 10 cibi che aiutano a tenere sotto controllo la pressione arteriosa?).