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Cambiamento climatico

L’umanità causerà l’evoluzione dei mutamenti climatici più rapida degli ultimi 420 milioni di anni

Se l’uomo continuerà il percorso che ha avviato nella seconda metà del secolo scorso e brucerà, nei prossimi 50 milioni di anni, tutti i combustibili fossili presenti sulla Terra, potrebbe causare la più veloce evoluzione dei mutamenti climatici, che la Terra abbia mai avuto negli ultimi 420 milioni di anni.

Questo è quanto emerge da un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications e basato sull’osservazione dei cambiamenti dell’attività solare e dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera negli ultimi 420 milioni di anni.

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Lo studio in dettaglio

La ricerca si collega al paradosso scientifico del cosiddetto “Sole giovane e debole“.

In base a questo paradosso, il Sole è diventato sempre più caldo e luminoso nel corso della sua storia, grazie alla graduale fusione dell’idrogeno presente nel suo nucleo. Ciò vuol dire che all’inizio della storia della Terra, l’intensità luminosa del Sole era pari al 30% in meno di quella attuale. Questo avrebbe dovuto comportare la totale assenza di acqua liquida sulla Terra e l’espansione dei ghiacciai, a causa della presenza di temperature glaciali.

Questo in realtà non è successo, dato che gli studi sulle rocce e sui fossili provano che la Terra delle origini era un pianeta con temperature elevate e una quantità di acqua tale da permettere lo sviluppo delle prime forme di vita.

Come è possibile che il Sole fosse più debole di quello attuale ma che la Terra fosse comunque riscaldata? Secondo una delle spiegazioni più accreditate, la ragione sarebbe di ricercare nel cosiddetto effetto serra: la Terra in origine produceva gas serra talmente efficienti da creare una sorta di “capsula” intorno ad essa, che le consentiva di essere riscaldata.

Con il passare del tempo, però, l’intensità luminosa è diventata più forte, mentre i livelli di anidride carbonica e gas serra nell’atmosfera sono diminuiti, ma tutto questo è avvenuto in modo graduale e costante, portando ad un clima globale che è rimasto abbastanza stabile nel tempo.

Le uniche eccezioni all’andamento costante del clima si sono verificate a causa dei cosiddetti cicli di Milanković, cioè quei cambiamenti climatici dovuti alle oscillazioni dell’orbita terrestre intorno al sole, amplificati dai cambiamenti nella quantità di anidride carbonica nell’atmosfera che, nel Quaternario, ultimo periodo geologico nel quale tuttora viviamo, hanno dato vita a glaciazioni quasi ogni 100 000 anni.

Tutto questo può essere osservato attraverso questo grafico.

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Mutamenti climatici negli ultimi 420 milioni di anni. Fonte: Nature Communications.

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Gli scenari futuri prospettati dallo studio

Osservando il grafico sovrastante, le oscillazioni in blu testimoniano i mutamenti climatici dovuti alle glaciazioni, il punto in cui la linea centrale è piatta rappresenta il periodo in cui il clima sulla Terra è stato relativamente stabile, le linee colorate finali rappresentano gli scenari possibili che si potranno aprire in futuro, in base alla quantità di combustibili fossili che decideremo di bruciare nei prossimi anni.

In ogni caso, la linea, nella parte finale del grafico, è già abbastanza ripida a causa delle centinaia di miliardi di tonnellate di inquinamento da carbonio che l’uomo ha indotto nell’atmosfera finora. In particolare, possiamo osservare come la portata dello squilibrio energetico globale, che abbiamo causato, sia già in linea con le oscillazioni in blu del grafico, cioè con gli scompensi climatici prodotti durante le glaciazioni.

Questo significa che se continueremo a bruciare combustibili con la stessa intensità avuta finora, causeremo presto immissioni di anidride carbonica più elevate e cambiamenti climatici più rapidi di quanto non si sia mai visto negli ultimi 50 milioni di anni. Se poi bruceremo tutte le riserve di combustibile fossile ancora disponibili, come mostra la linea nera del grafico, cioè quella posta più in alto, addirittura il cambiamento climatico sarà il più veloce di ogni record globale raggiunto nei complessivi 420 milioni di anni dell’osservazione, cioè di un periodo che comprende anche le glaciazioni.

Si tratta di uno scenario sicuramente allarmante.

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Agire o non agire per arginare i mutamenti climatici?

I negazionisti dei problemi legati ai cambiamenti climatici sostengono che sia inutile agire adottando soluzioni per ridurre le nostre emissioni di carbonio nell’atmosfera, poiché il clima è cambiato naturalmente in passato, quando i livelli di carbonio erano anche più elevati di quelli di oggi.

Per quanto queste posizioni abbiano un fondo di verità, in realtà non tengono in considerazione alcuni aspetti.

In primo luogo, l’intensità con la quale l’umanità, attraverso il proprio inquinamento atmosferico sta intervenendo sui cambiamenti climatici è molto più rapida di qualsiasi cambiamento che ci sia mai stato a causa di fattori naturali. In secondo luogo, simili cambiamenti climatici in passato hanno causato fenomeni di estinzioni di massa, da cui dovremo salvaguardarci. Infine il fatto che il sole avesse temperature più basse in passato è servito a mantenere le temperature complessivamente più basse.

È necessario quindi darsi da fare e agire nel tempo più rapido possibile per arginare il fenomeno.

Come lo scienziato Wallance Broecker una volta ha detto, Il sistema climatico è una belva arrabbiata, che noi stiamo punzecchiando con dei bastoncini.