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Piante

Piantaggine: usi e benefici

La piantaggine, sebbene venga considerata un’erbaccia, è una pianta spontanea con diverse proprietà benefiche per la salute, ma quali sono? Scopriamolo subito!

Caratteristiche

Con la parola piantaggine vengono indicate sia la Plantago major, sia la Plantago lanceolata, che fanno parte della famiglia delle Plantaginaceae.

Si tratta di una pianta di tipo erbaceo di dimensioni ridotte e caratterizzata da una rosetta di foglie tondeggianti e corte per la major, mentre per la seconda tipologia hanno una forma lanceolata.

Le loro foglie presentano inoltre dalle tre alle cinque nervature parallele ben individuali, grazie alle quali è possibile riconoscere il vegetale.

Durante i mesi primaverili ed estivi, dallo stelo si sviluppano dei fiori rosati oppure bianchi uniti all’interno di una spiga.

Quando la fase di fioritura termina, quest’ultima assume una colorazione bruna e giunge il momento della formazione dei frutti contenenti i semi.

Tutte le proprietà della piantaggine

La piantaggine vanta proprietà espettoranti, bechiche (combattono la tosse), antinfiammatorie, cicatrizzanti e lassative.

Tutti questi benefici si devono alle seguenti sostanze:

– acido salicilico;

– tannini;

– mucillagini;

– composti fenolici;

– glicosidi iridoidi.

Dove cresce la piantaggine

Questa pianta è molto comune in Italia e cresce in modo spontaneo lungo le strade, nelle aree verdi non coltivate e lungo le strade.

Se si è in grado di riconoscerla, è possibile raccoglierla senza alcun problema per realizzare delle preparazioni domestiche, anche perché, avendo un sapore molto gradevole, può arricchire di gusto le insalate.

Come utilizzare la piantaggine

Esistono diverse modalità d’uso della piantaggine, sia esternamente che internamente sotto forma di pianta fresca, infuso oppure tintura madre.

Essa può inoltre essere consumata da sola o abbinata ad altre piante espettoranti e balsamiche.

La piantaggine diventa spesso un ingrediente per realizzare sciroppi volti a sciogliere il catarro e a calmare la tosse, in quanto le mucillagini, attraverso la stratificazione sulle pareti mucose dei bronchi, amplificano l’azione lenitiva del prodotto e aiutano a prevenire altre aggressioni.

Le foglie fresche sono invece perfette per preparare impacchi e infusi in grado non solo di calmare gonfiori e pruriti causati dalle punture di calabroni, vespe, api e altri insetti, ma anche di accelerare la guarigione di foruncoli, herpes, acne, emorroidi e ferite.

La tintura madre e gli infusi possono infine essere impiegati per effettuare gargarismi, lavaggi della pelle e risciacqui con la bocca.

Come preparare un infuso di piantaggine

Per preparare un infuso a base di piantaggine, versare due cucchiaini di pianta essiccata in una tazza d’acqua bollente per dieci minuti, filtrare e zuccherare con miele.

È possibile berne fino a tre tazze al giorno.

Se si intende invece utilizzare la tintura madre, sciogliere trenta-quaranta gocce in acqua somministrare massimo tre volte al dì.

Controindicazioni

Al momento non sono stati segnalate particolari controindicazioni, ma si raccomanda di non utilizzarla in caso di sensibilità o allergia.

In caso di donne in gravidanza, consultare il proprio medico di fiducia.

Qualche cenno storico sulla piantaggine

Questa pianta non ha mai esercitato alcun fascino, vuoi per l’aspetto alquanto modesto, ma vuoi anche perché non particolarmente profumata e bella.

Trattandosi di una materia umile e sempre a portata di mano, è però entrata a far parte della medicina popolare per placare la dissenteria, i flussi mestruali abbondanti oppure come antidoto contro il veleno di serpenti e scorpioni.

Il suo nome deriva dal termine latino planta sia perché molto utilizzata dai viandanti, sia perché le sue foglie sono molto simili alla pianta del piede.