Ambiente

Piantare un trilione di alberi: quanto è realistico?

Piantare un trilione di alberi, dove il termine trilione deve essere inteso nel senso statunitense, ovvero mille miliardi di alberi. È l’obiettivo di tanti, a partire dal Forum Economico Mondiale, che nel 2021 ha lanciato l’iniziativa di piantare a livello globale un trilione di alberi entro il 2030. Il perché è ovvio: la riforestazione è uno modo concettualmente semplice e indubbiamente efficace per assorbire le emissioni di anidride carbonica. Non si tratta certo della soluzione ai cambiamenti climatici, ma di certo può aiutare, così da andare a ripiantare alberi nelle tantissime aree soggette a deforestazione. Ma quanto è realistica l’idea di piantare un trilione di alberi? Tutto dipende in realtà dai punti di vista e dai presupposti dai quali si parte.

I repubblicani statunitensi che vogliono piantare un trilione di alberi

Va detto che l’idea di piantare un trilione di alberi piace praticamente a tutti. Piace agli ambientalisti, piace alle aziende, e piace ai politici, soprattutto a quei politici che solitamente a tutto pensano fuorché alla lotta ai cambiamenti climatici. Pochi giorni fa il repubblicano Kevin McCarthy, Speaker della Camera dei Rappresentanti negli USA, ha visitato un sito di estrazione di gas nell’Ohio, annunciando i piani per incrementare la produzione di energia da combustibili fossili. Questo, va detto, mentre nell’aria sopra alla sua testa correvano i fumi dei tremendi incendi che stanno colpendo il Canada. Un giornalista ha quindi interrogato lo Speaker sul cambiamento climatico, chiedendo come l’aumento delle estrazioni possa coniugarsi con lo scenario attuale; ebbene, McCarthy ha risposto che la soluzione è “piantare un trilione di alberi”. A quanto pare, buona parte del partito repubblicano statunitense ha smesso di negare il cambiamento climatico: dal negazionismo si è passati all’accettazione, senza però che questo mutasse le strategie convinte di sfruttamento dei fossili. Semplicemente, la loro proposta sempra essere quella di continuare come sempre a estrarre gas, carbone e petrolio, pianando parallelamente grandi foreste. È però noto che, lavori scientifici alla mano, per restare al di sotto degli 1,5 gradi di aumento delle temperature medie è necessario sia riforestare, sia bloccare le emissioni di gas nocivi.

I mille miliardi di alberi del fondatore di Reddit

Come detto sono tanti i soggetti che spingono per piantare un trilione di alberi. C’è persino una persona che ha avviato un progetto apposito, volto a piantare uno dopo l’altro mille miliardi di alberi: si parla di Yishan Wong, fondatore di Reddit nonché ex manager di Facebook e PayPal, che dal 2014 si è ritirato dalla Silicon Valley. Pochi anni dopo ha deciso di lanciare Terraformation, una startup che punta per l’appunto a piantare un trilione di alberi, per riforestare in tutto 3 miliardi di acri di terreno degradato. L’obiettivo, ovviamente, è quello di salvare il pianeta, assorbendo vagonate di anidride carbonica. Nel 2022, intervistato da Repubblica, Yishan Wong aveva dichiarato di essere arrivato a quota 85.000 alberi piantati.

Le osservazioni che vanno fatte

Che piantare un trilione di alberi sia un’ottima idea non ci sono dubbi: la riforestazione è uno dei tanti passaggi importanti e necessari per salvare il pianeta come lo conosciamo e per proteggere le generazioni future e le specie animali e vegetali. Va però detto che, talvolta, questi enormi progetti di riforestazione – spesso solamente vagheggiati – puzzano un po’ di greenwashing, o sembrano una debole “foglia di fico” per nascondere attività altamente inquinanti. Va poi detto che diversi studi hanno dimostrato che non è affatto facile trovare spazio sufficiente per piantare mille miliardi di alberi: Yishan Wong punta per esempio alle aree desertiche, cosa che però richiede acqua dolce, impianti di desalinizzazione, energia elettrica e via dicendo. E ancora, va sottolineato che in questi anni i grandi e grandissimi incendi sono all’ordine del giorno, rendendo i grandiosi progetti di riforestazione non certo meno utili, ma sicuramente più rischiosi. Di recente, inoltre, è stato fatto notare più volte che l’attuale produzione di semi e di piantine, da parte dei vivai, non è assolutamente sufficiente per supportare grandissimi progetti di riforestazione, come quelli per l’appunto che mirano a piantare mille miliardi di alberi-