rabarbaro
Piante

Proprietà e uso del rabarbaro

Proprietà benefiche ed uso del Rabarbaro

Appartenente alla famiglia di piante chiamate Poligoniaceae, il Rabarbaro è utilizzato non solo come alimento, bensì anche come rimedio erboristico perfetto per contrastare i problemi legati al fegato, ma anche per decongestionare le vie respiratorie, depurare l’organismo e molto altro ancora. In questo articolo andremo ad approfondire com’è fatto il Rabarbaro, quali sono le sue principali proprietà benefiche e gli utilizzi che si possono fare.

Il Rabarbaro: com’è fatto

La pianta Rabarbaro è un arbusto che può raggiungere i due metri di altezza circa, e si presenta con grandi foglie che possono raggiungere anche gli ottanta centimetri di lunghezza: sono riconoscibili anche per il loro margine, che si presenta seghettato. All’apice delle foglie nascono i suoi frutti, presentandosi sotto forma di fiori bianchi e rosa, ma anche gialli o verdi, a seconda della varietà della pianta. La radice del Rabarbaro si presenta piuttosto grande, con un rizoma dell’aspetto robusto e carnoso: è proprio da quest’ultimo che si estrae la droga utilizzata in erboristeria, e viene generalmente raccolta durante il periodo autunnale.

Le sue proprietà benefiche

Fin dai tempi più antichi, l’uomo ha utilizzato il Rabarbaro per i suoi potenti rimedi curativi. I primi esemplari di Rabarbaro compaiono milioni di anni fa nel territorio cinese, più precisamente nel Tibet: solo successivamente si è poi espanso nell’Asia e nell’Europa. Le sue proprietà officinali derivano soprattutto dalla sua componente principale, ossia la reina. Quest’ultima è un principio attivo che, grazie anche alla presenza dei tannini e di altri elementi come i glucosidi antrachiononici e acido folico, permettono di ottenere benefici che andranno a giovare soprattutto alla digestione e al benessere generale dell’organismo, grazie ad efficaci azioni disintossicanti e depurative. Oltretutto, per via della ricca presenza di fibra alimentare, risulta utile anche per purgare e decongestionare l’organismo. Infine, può essere un elemento utile anche nel contrastare le cellule leucemiche, poiché dispone di un particolare elemento chiamato parietina, ossia un pigmento tipico di questa pianta.

Il Rabarbaro: le modalità d’uso

L’utilizzo delle parti di Rabarbaro può essere interno oppure esterno. Per quanto riguarda l’interno si intende da un punto di vista alimentare, scegliendo delle foglie che siano giovani e alla base, generalmente raccolte durante la bella stagione. Queste foglie potranno essere consumate come se fossero un’insalata, quindi come piatto principale o come contorno, arricchito da altri cibi. Per quanto riguarda invece la parte del rizoma, esso dovrà essere ridotto in polvere dal suo iniziale stato essiccato, dopodiché potrà essere messo in infusione o prepararne degli estratti. Utilizzarlo in questa modalità vi permetterà di risolvere problematiche come la stipsi. Alcuni utilizzano il Rabarbaro anche per preparare gustose bevande alcoliche, come i liquori: questi ultimi sono ideali per aiutare la digestione dopo i pasti, oltre che purificare l’organismo. A prescindere dall’uso alimentare che se ne voglia fare, va ricordato che non si dovrà mai esagerare nelle dosi: il consumo, infatti, dovrà essere moderato.

Per quanto riguarda l’utilizzo esterno, invece, viene generalmente fatto attraverso le tinture madri al 10% facilmente fruibili in erboristeria, con le quali si potranno trattare le ferite, per i suoi importanti poteri cicatrizzanti, ma anche per lenire le zone infiammate più delicate, come per esempio per contrastare le ragadi anali, le emorroidi o prevenire l’inizio delle infezioni.

Il Rabarbaro: le controindicazioni

Utilizzare in maniera moderata e consapevole il Rabarbaro non potrà generare particolari effetti indesiderati. Laddove, invece, ci sia un utilizzo smodato o alcune intolleranze pregresse, potrebbe dare effetti lassativi importanti e creare problematiche a carico dell’apparato escretore. È sconsigliato sempre nelle donne in stato di gravidanza o durante l’allattamento.