Pubblicità nella buca delle lettere
Inquinamento

Il problema della pubblicità nella buca delle lettere

Volantini dei supermercati cittadini, riviste gratuite mai richieste, depliant pubblicitari, annunci di eventi locali, materiale elettorale, lettere promozionali e via dicendo. Chi più chi meno, tutti hanno a che fare con il problema della pubblicità nella buca delle lettere. Ma quanta pubblicità riceviamo ogni anno? Degli studi hanno cercato di stimare questo dato, arrivando a dire che una famiglia italiana riceve in media 15 chilogrammi di pubblicità cartacea ogni anno. Indagini simili sono state condotte anche all’estero, in primo luogo negli Stati Uniti. Lì si stima che ogni anno vengano consegnati 100 miliardi di contenuti pubblicitari, per creare i quali sarebbero necessari, è stato calcolato, 100 milioni di alberi. Per capire di cosa si sta parlando, questo equivarrebbe a deforestare totalmente tutto il Rocky Mountain National Park 3 volte all’anno. Ma cosa è possibile fare contro la pubblicità che ci viene consegnata quotidianamente nella buca delle lettere?

Volantini nel bussolotto delle lettere: ecco perché è un problema

La pubblicità nella buca delle lettere è un problema da diversi punti di vista. Prima di tutto, a nessuno piace ritrovarsi con il bussolotto la cassetta della posta completamente piena di comunicazioni inutili, a schiacciare magari le poche lettere importanti. Spesso il problema è anche di ordine estetico, soprattutto in quelle buche per lettere che non vengono svuotate spesso, per l’assenza dei proprietari. Ma il vero problema è ovviamente di ordine ambientale, come anticipato sopra: nella maggior parte dei casi, infatti, i materiali pubblicitari che vengono consegnati finiscono per essere buttati senza nemmeno essere aperti. E tutto questo genera un inquinamento insensato: si pensi alle materie prime e all’energia usate per produrre quei volantini, alle emissioni nocive relative alla produzione e alla distribuzione, e all’ulteriore energia utilizzata per il riciclo. A patto, ovviamente, che quegli stessi volantini vengano poi conferiti correttamente nel sistema di raccolta differenziata. Un report di ForestEthics stima che le emissioni di gas serra annue globali conseguenti alla produzione di carta per la cosiddetta junk mail siano pari a quelle di 9 milioni di automobili. O ancora, pari a quello di 7 degli stati degli USA, oppure pari a quelle degli impianti di riscaldamento di 13 milioni di case.
L’impatto ambientale delle pubblicità cartacee indesiderate è quindi enorme, e non può essere trascurato. Come è possibile muoversi per fare in modo che nessuna pubblicità venga consegnata nella propria buca delle lettere?

Come difendersi dalla pubblicità nella buca delle lettere

Il metodo più rapido e semplice per per prevenire l’inserimento della pubblicità nella buca delle lettere è quello che prevede di dichiarare i propri intenti direttamente sulla propria cassetta postale. Parliamo dei classici cartellini “No pubblicità” oppure “No volantini”. Il problema è che, molto spesso, questi divieti vengono trascurati da fattorini poco attenti. A questo punto è legittimo chiedersi se queste comunicazioni che chiedono di non inserire della pubblicità nella propria buca delle lettere abbiano valore legale, e la risposta è sì: in via del tutto teorica, chi viola questo avviso può essere querelato per molestia o disturbo delle persone, nonché per violazione della privacy. E sì, ci sono anche delle sentenze – come la sentenza 19.12.2003 del Giudice di Pace di Bari – che sono arrivate a delle vere e proprie condanne per le aziende che non hanno rispettato il divieto. Nella maggior parte dei casi, però, affrontare questo tipo di causa può essere costoso, frustrante e logorante.
In caso di pubblicità arrivata con lettera affrancata è possibile ricorrere alla restituzione al mittente, gratuita, rifacendosi all’articolo 23 del DM Sviluppo economico 1 ottobre 2008 – GU n. 242 del 15.10.2000. Per farlo è però necessario recarsi in un ufficio postale, o incrociare il postino mentre sta imbucando la comunicazione.
Un altro metodo consiste poi nell’iscriversi al Registro delle opposizioni, comunicando il proprio indirizzo: le aziende più responsabili controllano infatti questa lista prima di inoltrare i propri messaggi pubblicitari.