Qualità dell'aria in Europa
Inquinamento

Qualità dell’aria in Europa: i rischi per i bambini

Pochi giorni fa l’Agenzia ambientale europea (EEA) ha pubblicato il rapporto Europe’s air quality status 2023, il quale non presenta molti dati positivi. Va infatti detto che, nonostante una riduzione degli inquinanti presenti nell’atmosfera, resta il fatto che nel 2021 una quota pari a 97 europei su 100 hanno respirato quotidianamente aria caratterizzata da un livello di polveri sottili PM2.5 significativamente superiore al limite di sicurezza fissato dall’OMS. E putroppo non si parla solo delle PM2.5. I limiti sono stati superati anche per quanto riguardea le PM10 nel 76% della popolazione. Guardando ad altre sostenze, 94 europei su 100 sono esposti quotidianamente a dosi eccessive di ozono, 90 su 100 a dosi eccessive di biossido di azoto. La qualità dell’aria in Europa risulta quindi insoddisfacente, con grandi danni soprattutto per la salute dei bambini.

Qualità dell’aria in Europa: la situazione in Italia

E se la qualità dell’aria in Europa non è delle migliori, in Italia non si fa meglio, anzi: guardando ai dati della EEA il nostro paese si posiziona anzi nella parte più bassa della classifica. Le concentrazioni più alte di particolato sono infatti state rilevate in Europa centro-orientale e in Italia. A causare questi alti livelli di polveri sottili sarebbero prima di tutto i combustibili solidi, utilizzati a livello domestico come a livello industriale. I livelli di PM10 sarebbero allarmanti soprattutto in Pianura Padana, nelle Marche e nel Lazio, aree in cui i valori sono del tutto simili a quelli che si possono trovare in Bulgaria e in Polonia. Ancora peggiore è la situazione per quanto riguarda i valori di PM2.5.

I rischi per i bambini legati all’inquinamento

A soffrire maggiormente la bassa qualità dell’aria in Europa sono i bambini, i quali risultano maggiormente esposti all’inquinamento atmosferico. Come ha spiegato sulle pagine del Guardian Gerardo Sanchez Martinez dell’EEA, «non si deve pensare ai bambini come a dei piccoli adulti quando si parla di inquinamento dell’aria. Loro sono più esposti alle sostanze nocive, a partire dal grembo per arrivare fino all’asilo e oltre. Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, stiamo deludendo i nostri figli». Per la maggiore frequenza del respiro, per la maggiore vicinanza al suolo, per il tempo speso all’esterno: per tutti questi motivi i bambini soffrono particolarmente la bassa qualità dell’aria in Europa. Si stima che nel Vecchio Continente si contino almeno 1.200 morti premature di bambini all’anno proprio per l’inquinamento atmosferico, mentre invece risulta difficile capire quanti bambini e adolescenti soffrano di patologie fisiche e mentali per lo stesso motivo.

Di certo gran parte della soluzione sta nel ridurre in modo concreto e veloce le fonti di inquinamento, dal traffico stradale all’utilizzo di combustibili fossili nell’industria. Nel frattempo è possibile apportare altri piccoli miglioramenti, come per esempio creare delle “aree pulite” nei pressi degli asili e delle scuole, riducendo il traffico veicolare e piantando alberi e “barriere” realizzate con siepi.

L’obiettivo sulle morti premature

Nell’ambito del Zero Pollution Action Plan, la Commissione Europea ha definito per il 2030 l’obiettivo di ridurre il numero di morti premature causate dal particolato di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005. In termini concreti si punta quindi a limitare le polveri PM2.5 al di sotto della soglia di 10 microgrammi per ogni metro cubo, nonché a limitare il livello di biossido di azoto a 20 microgrammi per metro cubo.