Dall'Unione europea emerge una fotografia della qualità dell'aria in netto miglioramento rispetto all'ultimo decennio, ma l'Italia sembra non accorgersene
Inquinamento

Qualità dell’aria, ecco la situazione in Europa e in Italia

Inquinamento, effetto serra, gas di scarico, traffico sono solo alcuni degli elementi che possono influire negativamente sulla qualità dell’aria. Ovviamente sono le grandi città a essere le principali vittime, ma mentre qualcuna inizia a prendere le dovute precauzioni invogliando i cittadini a mantenere un comportamento pulito ed etico, altre pian piano soccombono sotto la mannaia dell’inquinamento atmosferico.

Che qualità dell’aria c’è in Europa?

Secondo il 72% dei cittadini europei la comunità europea non fa abbastanza per promuovere una sana educazione verso la buona aria e il 79% pensa che l’UE dovrebbe adottare nuove e più forti misure per raggiungere questo obiettivo.
L’inquinamento atmosferico provoca o infarti, malattie cardiovascolari, causa o accentua asma e
bronchite. La Commissione europea ha lanciato il programma Clean Air for Europe che si propone di tagliare di diminuire le fonti di inquinamento dell’aria e di migliorare le condizioni di salute della popolazione entro il 2030.

Dall'Unione europea emerge una fotografia della qualità dell'aria in netto miglioramento rispetto all'ultimo decennio, ma l'Italia sembra non accorgersene

Miglioramenti in vista

L’aria intorno a noi è costituita principalmente da azoto molecolare e ossigeno, ma contiene anche particolati e altri materiali inquinanti atmosferici. Alcuni di questi sono presenti in natura, mentre altri sono di origine antropica.
L’inquinamento atmosferico colpisce tutti, ma non nella stessa misura. Di fatto sono le persone che soffrono di malattie cardiache o polmonari a essere più vulnerabili; e insieme a loro ci sono tutti i soggetti che soffrono di allergie e che prevalentemente sono anziani e bambini.
Grazie a delle politiche efficaci e alla cooperazione internazionale, la qualità dell’aria in Europa oggi inizia, dopo decenni grigi, a essere in controtendenza e quindi a migliorare. Ma, affermano dalla UE con milioni di persone ancora gravemente malate gli sforzi non solo devono continuare, ma devono aumentare.

Forse non tutti sanno che in Europa…

L’inquinamento dell’aria costa 4 miliardi di euro in spese mediche e 16 miliardi in giornate di lavoro perse. L’inquinamento coinvolge più dei due terzi dell’ecosistema europeo ed è stato la causa di oltre 400 mila morti premature e la risposta dell’unione Europea… che potremmo quasi definire un grido di battaglia o quantomeno un motto è che La qualità dell’aria può fare la differenza.

Dall'Unione europea emerge una fotografia della qualità dell'aria in netto miglioramento rispetto all'ultimo decennio, ma l'Italia sembra non accorgersene

Intanto in Italia… scoppia la guerra.

Un articolo comparso qualche tempo fa sul sito dell’ASPO Italia  ha lanciato per il nostro Pease un allarme decisamente catastrofista sulla qualità dell’aria in Italia. I numeri elencati in effetti parlerebbero chiaro e fanno davvero paura. Il ragionamento parte da una semplice considerazione: si pensi che nella seconda guerra mondiale in Italia, in cinque anni e mezzo, sono morti per cause dirette e indirette, 291.376 militari e 153.147 civili per un totale di 444.000 decessi.
Oggi in Italia, ogni anno, muoiono prematuramente per inquinamento dell’aria 87 mila persone. Quindi in cinque anni e mezzo, lo stesso periodo della seconda guerra mondiale per avere un confronto omogeneo, sono morte, per cause riconducibili all’inquinamento dell’aria 478 mila persone.
E come se non bastasse oltre ai morti, ci sono i “feriti“. Quello che spesso non viene preso in considerazione è che le morti premature sono solo la punta dell’iceberg di un problema che devasta dal basso, con i malati e chi ha bisogno di assistenza il Sistema Sanitario Nazionale.

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Malattie raddoppiate in 25 anni…

Uno studio italiano del 2016 ha mostrato come l’incidenza delle malattie respiratorie siano più che raddoppiate in 25 anni:
Attacchi d’asma +110%
Rinite allergica +130%
Espettorato frequente +118%
Broncopneumopatia cronica ostruttiva(BPCO) +220%

E questi sono solo degli esempi, che hanno anche, come è facile intuire dal paragrafo precedente, dei risvolti economici altrettanto gravi.
Ogni cinque anni e mezzo, la spesa sostenuta per i costi sanitari (ospedalizzazioni, giornate perse di lavoro, visite, esami e cure) arriva a 530 miliardi di euro  che equivale al 5% del PIL nazionale.
O per chi volesse leggerla diversamente c’è anche la possibilità di dire che la qualità dell’aria pessima in Italia prodice il 5% del PIL.

Dall'Unione europea emerge una fotografia della qualità dell'aria in netto miglioramento rispetto all'ultimo decennio, ma l'Italia sembra non accorgersene

I peggiori nemici di noi stessi

Sempre secondo alcuni studi Aspo è possibile scoprire come in Italia vengono prodotti i principali agenti che rovinano la qualità dell’aria. Si tratta del PM2,5,dell’ Ossido di Azoto e dell’ Ammoniaca.
Il primo dato è un sorpresa ed è rappresentato dalle biomasse (legna e pellet) per il riscaldamento che producono il 60% delle PM2,5, e che detengono di gran lunga la palma di principale fonte di particolato primario;

C’è poi, meno sorprendentemente, il traffico veicolare a prendersi il titolo di principale produttore degli ossidi di azoto, con il 42,5% e infine l’ammoniaca, che è al 95% prodotta dal settore agricolo (utilizzo di fertilizzanti);

La situazione non è certo delle più rosee e c’è una certa stonatura tra la situazione europea e quella italiana. A leggere i due diversi approcci o a guardare le due differenti fotografie viene quasi da chiedersi se l’Italia faccia parte dell ‘Unione Europea e se abbia accesso alle politiche di miglioramento della qualità dell’aria.