Inquinamento

Quanto inquinano le stufe a legna?

Cosa c’è di meglio dello stare chiusi in casa durante una fredda giornata invernale, magari con una cioccolata calda e, soprattutto, con un bel camino acceso? E ancora, non è bello risparmiare un po’ sul riscaldamento della casa accendendo di tanto in tanto la stufa? E che dire della pizza cotta a legna, come da tradizione? E di per sé si potrebbe pensare che bruciare la legna in stufe, caminetti o camini sia di per sé ecologico. Parliamo infatti di un materiale naturale, rinnovabile e per di più a bassissima emissione di carbonio. Il problema, però, è che la combustione della legna – pur non producendo carbonio in quote preoccupanti – emette comunque inquinanti molto pericolosi. Uno studio italo-irlandese pubblicato su Nature Sustainability, per esempio, si era impegnato a individuare le diverse forme fonti di PM10 presenti nell’aria di una zona periferica di Dublino. Si era così scoperto, come aveva spiegato al Corriere Maria Cristina Facchini, direttrice l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR di Bologna, che «la componente dovuta all’uso di legna e torba come combustibile è di gran lunga prevalente rispetto agli altri combustibili, come carbone, olio e benzina: il 70% dei primi contro il 30% dei secondi». Vediamo quindi più nel dettaglio quanto inquinano le stufe a legna.

Quanto inquinano le stufe a legna? I dati Arpa

Per vedere quanto inquinano le stufe a legna possiamo guardare ai dati dell’Arpa, ovvero dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Come pietra di paragone guardiamo alle emissioni di PM10 generate dagli impianti alimentati a metano: si parla di 49 tonnellate di polveri sottili PM10 ogni anno. Nel caso del gasolio si parla invece di 62 tonnellate. E per quanto riguarda la combustione delle lagna? Ebbene, qui i numeri si alzano tantissimo: i camini aperti, tradizionali, producono 3.679 tonnellate di PM10 all’anno, mentre quelli chiusi ne producono 2.401. Le stufe a legna, invece, scaricano 2.651 tonnellate di PM10.

Camini, stufe a legna, stufe a pellet: quali inquinano di più?

Affidiamoci ora ai dati Arpa Emilia Romagna, relativi a uno studi del 2017. Qui si scopre che, per ogni Giga Joule bruciato, un caminetto aperto rilascia nell’atmosfera 860 grammi di PM10. Una normale stufa a legna inquina poco più della metà, ovvero 480 grammi, mentre fa un po’ meno peggio il caminetto chiuso, a 380 grammi. Sono nettamente migliori le performance di una stufa a pellet, che emette 76 grammi per ogni Giga Joule, mole che però è sempre di gran lunga maggiore a quelle relative a gasolio (5 grammi) e a metano (0,2), sostanze che però, ovviamente, rilasciano anche carbonio.

Anche il tipo di legna bruciata influisce sull’inquinamento

Va detto che a determinare la quantità di polveri sottili liberate nell’aria non è unicamente il tipo di stufa utilizzata. Anche le diverse tipologie di legna devono essere prese in considerazione. Chi brucia legno recuperato da cassette per la frutta o scarti di falegnameria infatti inquina decisamente di più, andando a introdurre nella stufa del legno verniciato o comunque trattato. Anche le semplici cassette della frutta, per esempio, portano spesso delle scritte con inchiostro. Le stufe a pellet, in generale, inquinano, meno, anche se andrebbe tenuta in considerazione la qualità del pellet utilizzato.

La legna che brucia bene inquina meno

Abbiamo dunque visto che la combustione della legna inquina, e lo fa sempre. È possibile ridurre le emissioni di polveri sottili usando la stufa giusta e la legna giusta, ma non è tutto qui. È bene assicurarsi anche che la legna bruci bene, garantendo un buon apporto di ossigeno alla camera di fuoco, per consumare i pezzi di legno in modo omogeneo e completo.