La centrale Enel di Torrevaldaliga (foto: www.terzobinario.it)
Inquinamento

Smoke&Mirrors: le centrali a carbone che inquinano l’Europa

SMOKE&MIRRORS. Se a regolare il lavoro dei più grossi inquinatori d’Europa sono gli stessi inquinatori, non si può pretendere che la qualità dell’aria che respiriamo possa migliorare. Sembra impossibile, ma è proprio così: lo ha svelato Greenpeace nel nuovo rapporto chiamato Smoke&Mirrors-How Europe’s biggest polluters became their own regulators. L’associazione ambientalista denuncia senza mezzi termini il lassismo degli organi di controllo europei, i quali starebbero creando degli standard per emissioni prodotte di molto inferiori a quanto suggerite dalle Migliori Tecniche Disponibili (Best Available Techniques).

LOBBY DEL CARBONE NELL’IPCC. A quanto pare, i nuovi standard preparati dall’Unione Europea per l’inquinamento dell’aria sarebbero più deboli di quelli usati negli Stati Uniti, in Giappone e perfino in Cina, un confronto che fino a qualche tempo fa avrebbe creato vero scalpore. Tutto questo è reso possibile, come suggerisce Greenpeace, proprio dalla presenza delle lobby del carbone all’interno degli organismi dell’Unione Europea. Bisogna infatti precisare che la stesura dei nuovi standard è un processo nel quale sono coinvolti diversi uffici, tra i quali spunta per importanza il gruppo di lavoro tecnico, il quale è presieduto dall’Ufficio Europeo dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. Si dà il caso però che ben 46 componenti di quest’ultimo ufficio su un totale di 136 rappresentanti siano a tutti gli effetti operatori dell’industria del carbone, una specie di conflitto d’interesse che mette seriamente a rischio la correttezza dei nuovi standard. Non solo: nel proprio rapporto Greenpeace ha dimostrato come i già deboli standard sarebbero suscettibili di ulteriori correzioni al ribasso per la pressione di delegazioni di stati come la Spagna, la Polonia, il Regno Unito, la Francia, la Grecia, la Repubblica Ceca e la Germania.

LA MINACCIA DELLE CENTRALI A CARBONE. Bisogna ricordare che attualmente in Europa le centrali di carbone rappresentano le principali fonti industriali di emissione di biossidi di zolfo e di mercurio, e di ossidi di azoto, piombo, cadmio e arsenico. Le centrali di carbone sono dunque una minaccia per l’ambiente e per la salubrità dell’aria, un pericolo al quale bisogna mettere freno attraverso organismi concretamente estranei al mondo industriale. È semplicemente questo che Greenpeace chiede all’Europa: che venga seguito uno dei principi fondanti della Costituzione dell’Unione Europea, ovvero il principio di precauzione.