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Stoccaggio energetico: Tesla uccide l’anatra e stupisce gli Usa

Lo stoccaggio energetico, secondo gli ingegneri di Tesla, non deve essere limitato alle pure utenze domestiche. Abbiamo già infatti visto il funzionamento e le potenzialità di Powerwall, la super-batteria che accumula l’energia elettrica creata dagli impianti fotovoltaici domestici per poi liberarla durante le ore serali. Ebbene, questo modello di stoccaggio energetico, secondo Elon Musk, può essere esteso all’esterno delle singole abitazioni, diventando così la chiave di volta di un nuovo modo per sfruttare l’energia fotovoltaica a livello di intere città.

La curva dell’anatra

Il problema principale dell’energia elettrica prodotta dai pannelli solari è infatti quello conosciuto come ‘duck curve‘, la curva dell’anatra, così battezzato perché – al livello grafico – il suo andamento ricorda il profilo di questo specifico animale. Guardiamo per esempio il grafico sottostante, che mostra l’andamento del carico netto in una qualsiasi giornata primaverile in California (per l’esattezza, il 31 marzo). Ma cosa si intende per carico netto? Esso rappresenta la quantità di energia che deve essere immessa sulla rete elettrica attraverso risorse convenzionali, come per esempio il carbone, al ‘netto’ dell’energia proveniente da fonti rinnovabili non programmabili, ovvero in primis solare ed eolico. Ebbene, il grafico ci mostra che negli ultimi anni l’effetto curve duck è aumentato moltissimo. Il punto più basso, ovvero la pancia dell’anatra, si va allontanando sempre di più da quello più alto, e si prevede che questo processo continui anche nel futuro. Qual è il motivo di tale diminuzione? Molto semplice: tutto è determinato dal moltiplicarsi degli impianti fotovoltaici sul territorio californiano.

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Crediti immagine: California ISO

Come rispondere al fabbisogno elettrico serale?

Il problema, ovviamente, è costituito dal fatto che i pannelli solari finiscono quotidianamente per produrre più del necessario durante il giorno per poi calare fino all’azzeramento con l’arrivo del buio. L’unica soluzione, ad oggi, è quella di affidarsi a delle centrali elettriche a carbone o a gas naturale per soddisfare il fabbisogno serale o notturno, per poi tornare a fare affidamento sugli impianti solari solamente il giorno successivo.

Lo stoccaggio energetico per 15.000 abitazioni

Per eliminare il problema della curva dell’anatra – e cancellare definitivamente il ricorso a fonti energetiche inquinanti – Elon Musk ha promesso di dotare la sua fabbrica in Nevada di enormi unità di stoccaggio energetico. E così ha fatto: nel giro di soli tre mesi ha allestito un’enorme ‘fattoria’ energetica composta da 396 gruppi di batterie, le quali risultano così in grado, complessivamente, di provvedere elettricità sufficiente per soddisfare il fabbisogno di 15.000 abitazioni per almeno 4 ore. E questo sarebbe tutto il necessario per ‘uccidere l’anatra’: quelle 4 ore, infatti, andrebbero a coprire interamente il picco energetico serale, ovvero la testa dell’animale stilizzato. Il mondo intero è rimasto basito di fronte alle enormi capacità dei sistemi di stoccaggio energetico prodotti dalla Tesla. Come ha spiegato al New York Times Michael J. Picker, presidente della California Public Utilities Commission,

«avevo davvero aspettative limitate per quanto riguardava l’industria dello stoccaggio prima del 2020. Ero convinto che questo modello di accumulo energetico non avrebbe realmente accelerato il suo processo di crescita, e che anzi avrebbe impiegato ancora molto tempo per penetrare nel settore dei trasporti o nella rete elettrica. Ancora una volta, invece, la tecnologia si sta chiaramente muovendo più velocemente di quanto noi riusciamo a regolamentare».

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Quello che ci serve per cambiare il mondo

Come ha spiegato J.B. Straubel, Chief Technology Officer di Tesla, per progettare e realizzare questa fattoria per lo stoccaggio energetico, «c’erano team che lavoravano per 24 ore al giorno, che vivevano roulotte e che montavano batterie alle 2 di notte», sottolineando che «sembrava proprio il tipo di ritmo di cui abbiamo bisogno per cambiare il mondo».