stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas
Energie

La Colombia dice stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas

In un mondo in piena crisi climatica, è ormai lampante la necessità di ridurre via via al minimo e quindi eliminare il consumo di combustibili fossili. Tra le prime azioni logiche da mettere in campo ci sarebbe ovviamente quella di mettere uno stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas: in una società che non vuole – o non può – continuare a emettere gas a effetto serra, continuare a cercare giacimenti da sfruttare non sembra infatti avere senso. Ma di certo questo percorso non è facile. Già l’anno scorso un gruppo di paesi, capeggiato da Costa Rica e Danimarca, avevano aderito alla Beyond Oil and Gas Initiative (Boga), iniziativa che prevede per l’appunto lo stop alle licenze per le concessioni di nuove esplorazioni di giacimenti di petrolio e di gas. Nessun grande produttore aveva però aderito. Ed era stata piuttosto rumorosa anche l’assenza della Gran Bretagna, essendo il paese presidente della Cop26, intorno alla quale è stata per l’appunto formulata l”iniziativa. C’è però un importante produttore che ha annunciato di voler interrompere qualsiasi nuova esplorazione alla ricerca di nuovi giacimenti: si tratta della Colombia. Questo Paese, che produce in media 740 mila barili di petrolio al giorno, figura come il 22° produttore a livello mondiale, nonché il 4° dell’America Latina, dopo Brasile, Messico e Venezuela.

Stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas annunciato dalla Colombia

Lo stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas da parte della Colombia è stato annunciato a Davos, che come è noto in questi giorni sta ospitando il World Economic Forum 2023. Ad annunciare questa misura è stata Irene Vélez, ministra colombiana per le risorse minerarie. Del resto proprio la crisi climatica è stata al centro degli incontri a Davos, pur nella consapevolezza che il mondo sta affrontando altre sfide, dai prezzi energetici all’inflazione, dalla non conclusa emergenza sanitaria al rischio di nuove pandemie zoonotiche. In questo contesto Vélez ha annunciato che la Colombia è a un passo dal non assegnare nuovi contratti per trovare ulteriori giacimenti, per ribadire l’impegno del governo del paese nel combattere il cambiamento climatico. Va però detto che a Bogotà non c’è ancora stata ancora la decisione definitiva.

Una sfida difficile

Se l’annuncio di Irene Vélez si trasformasse in realtà, la Colombia sarebbe il primo tra i grandi produttori al mondo a imporre uno stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas. Quel che è certo è che questo era uno degli impegni presi in campagna elettorale dal partito che ha vinto le elezioni nell’estate del 2022, ovvero il partito di sinistra Colombia Humana. Di sicuro però l’allontanamento del paese dai combustibili fossili non sarà facile: attualmente proprio il petrolio costituisce il 45% dell’export totale della Colombia. Già qualche settimana fa la volontà del premier colombiano Gustavo Petro di innescare una graduale riduzione nelle estrazioni di combustibili fossili nel paese aveva creato tensioni sui mercati, tanto da spingere il ministro delle finanze José Campo a rassicurare gli investitori, affermando che non ci sarebbe stato nessuno stop nuove esplorazioni di petrolio e gas. Una dichiarazione che dice esattamente il contrario di quanto successivamente annunciato da Vélez in Svizzera.

Ma se a livello ambientale è indubbia la correttezza del passo auspicato a Davos, anche dal punto di vista economico questa evoluzione trova dei supporti: vero è infatti che la produzione colombiana di petrolio è scesa dagli 808 mila barili quotidiani del 2020 ai 740 mila dello scorso anno, segno che i pozzi attivi si stanno esaurendo. Sempre a Davos, Gustavo Petro si è detto convinto che con «un forte investimento nel settore turistico, vista la bellezza del Paese e la capacità e il potenziale che la Colombia ha di generare energia pulita, potrebbe, nel breve termine, riempire totalmente il vuoto lasciato dai combustibili fossili». Dichiarazione che, data l’irradiazione solare e la ventosità della Colombia, entrambe superiori alla media globale, sembra corretta.