tamarindo
Piante

Tamarindo: le proprietà e i benefici

Il tamarindo è un frutto tropicale prodotto dall’albero sempreverde Tamarindus Indica.

Questa pianta è di origini africane, ma è presente anche in Sud America, nell’Asia del Sud e nei Caraibi.

Il suddetto alimento, chiamato anche dattero dell’India, è caratterizzato da un baccello legnoso, all’interno del quale sono presenti dei semi avvolti da una polpa marrone e dal gusto acido, che è molto utilizzata sia in campo cosmetico che culinario, poiché ricca di grassi, proteine, zuccheri, fibre e acqua.

Che cos’è il tamarindo

Il tamarindo è un frutto che contiene numerose sostanze benefiche per l’organismo, tra cui l’acido tartarico, che ha un ottimo potente antiossidante contro i radicali liberi.

Non sono inoltre da tralasciare il limonene, l’acido cinnamico e il safrole, degli oli volatili con grande potere medicamentoso.

Benefici e proprietà del tamarindo

Questo prodotto naturale ha la capacità di offrire benefici fin dalla buccia, in quanto la sua lavorazione permette di ricavare una polpa di colore scuro per produrre gelatine, sciroppi e marmellate dagli effetti lassativi.

All’interno del tamarindo è inoltre presente la tamarindina, un principio attivo capace di contrastare in modo efficace la dissenteria e la Candida Albicans, una nota infezione fungina.

Ma non è tutto, in quanto, grazie al suo potere anti diabetico, previene i disturbi biliari e regolarizza la percentuale di zucchero nel sangue.

Coloro che soffrono di digestione difficile possono consumarlo per regolare le funzioni dell’apparato gastrico.

Essendo anche ricco di fibre, il tamarindo tiene sotto controllo sia la pressione arteriosa, sia il colesterolo cattivo.

In alcuni Paesi del mondo viene utilizzato per guarire le febbri di origine malarica, le emorroidi, le intossicazioni da alcol e le faringiti.

Dove acquistare il tamarindo

Il tamarindo può essere facilmente acquistato nel reparto frutta dei supermercati più forniti.

Oltre al frutto fresco, è possibile trovare marmellate, gelatine e creme derivanti dalla lavorazione della buccia, le quali possono essere consumate da sole oppure per la preparazione di numerose ricette.

Questo alimento è disponibile anche in erboristeria confezionato in bustine per realizzare delle tisane.

Se ci si reca invece nei negozi alimentari etnici, non mancheranno sicuramente il frutto candito e la pasta di tamarindo, molto utilizzata per insaporire pesce, crostacei e zuppe di verdure.

Come utilizzare il tamarindo

Nel nostro Paese il tamarindo viene impiegato per preparare creme, sciroppi e il celebre liquore, mentre in altre zone del mondo diventa l’ingrediente protagonista di tantissime ricette, basti pensare alla salsa Worcestershire, alla zuppa di lenticchie indiana oppure ai curry di carne e pesce.

Il suo sapore è infatti molto apprezzato, in quanto molto più intenso del limone e del lime.

Inoltre con questo frutto si può realizzare la seguente bevanda digestiva e rinfrescante: far bollire per un quarto d’ora 50 grammi di polpa, schiacciarla bene e rimuovere tutte le fibre.

Unire tre cucchiaini di zenzero fresco tritato, tre cucchiai di zucchero, un pizzico di sale, due grani di cumino pestato e mezzo litro d’acqua.

Mescolare, far riposare per quindici minuti, filtrare e far raffreddare.

Quando giunge il momento di servire la bibita, diluire la miscela in un litro d’acqua fresca.

Effetti collaterali del tamarindo

Il tamarindo può causare diversi effetti collaterali.

Per esempio, se si assume l’aspirina, può incrementare il rischio di sanguinamenti.

Episodi analoghi possono manifestarsi in caso di farmaci per fluidificare il sangue o antinfiammatori.

Alcune persone risultano inoltre allergiche al suddetto frutto, il quale provoca vomito, eruzioni cutanee e vertigini.

Infine, dato che ha un gusto molto acido, un consumo prolungato può danneggiare lo smalto dei denti.