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Vin brulé: storia, ricetta originale e benefici

Tutti i perché del vin brulè

Mentre si vaga per i mercatini natalizi, o dopo una lunga escursione in montagna, o dopo un’entusiasmante sciata, oppure semplicemente tra amici in casa nelle fredde sere d’inverno, non c’è niente di meglio di una buona tazza di vin brulè. Ma questa non è una semplice bevanda calda: è infatti ricca di storia, di curiosità e di ingredienti segreti: scopriamo allora tutto quello che c’è da sapere sul vin brulè, che letteralmente significa ‘vino bruciato’.

Storia del vin brulè

Per ricercare le origini di questa bevanda alcolica calda bisogna affondare lo sguardo nell’Antica Roma, quando i gentili erano soliti bere il ‘conditum paradoxum’. Stando agli scritti lasciati dal gastronomo romano Marco Gavio Apicio e databili ai primi decenni dopo Cristo, questo composto consisteva in una miscela di vino, miele, pepe, foglie di nardo, zafferano e datteri, più qualche erba officinale. Il tutto veniva fatto bollire, per poi essere offerto ai commensali a fine pasto. La ricetta venne poi tramandata e mutata per tutto il medioevo, per poi arrivare fino ai giorni nostri. Va però detto che il vin brulé come lo beviamo noi ci arriva dalla tradizione nordica, e quindi dalle rielaborazioni germaniche e scandinave. Posto che vai, però, vin brulè che trovi: se in Germania il vino utilizzato è canonicamente il rosso, talvolta in Austria e in Italia settentrionale viene utilizzato anche il bianco. Qui in seguito impareremo la ricetta più diffusa nel regioni del Nord Italia.

La ricetta del vin brulé

Ingredienti:

1,5 l di vino rosso corposo
280 gr di zucchero
2 stecche di cannella
15 chiodi di garofano
2 arance, preferibilmente biologiche
1 limone
2 mele
1 pizzico di noce moscata

Bisogna prima di tutto precisare che il vin brulè che si può trovare in commercio è solitamente cucinato con del vino di bassa qualità, spesso camuffata grazie all’abbondanza di spezie. Quello che ci vuole, invece, è un buon vino corposo e deciso. Cominciamo con la frutta: laviamo molto bene le arance e il limone, e tagliamone con attenzione la scorza. Laviamo anche la mela, e affettiamola molto sottile. Versiamo il vino in una pentola generosa e uniamoci la cannella, i chiodi di garofano, lo zucchero, le fette di mela e le scorze degli agrumi. Ultimo ingrediente, un pizzico di noce moscata: si può anche abbondare, ma dipende molto dal gusto personale. Portiamo tutto ad ebollizione per cinque minuti, ma non di più: bisogna infatti sapere che sopra agli 80° l’etanolo comincia ad evaporare, andando così ad impoverire il nostro vin brulè. Come da tradizione il vin brulè va servito caldissimo.

Proprietà del vin brulé

Come specificato nella ricetta, il vin brulè va servito subito, così da godere in pieno del suo effetto riscaldante e decongestionante. Ma le proprietà benefiche del vin brulè non sono solo queste, anzi: se infatti questa bevanda è sopravvissuta per più due millenni, il motivo va ricercato, oltre nella sua bontà, anche nel suo potenziale benefico per il nostro organismo. I tannini del vino, infatti, svolgono un’ottima azione antivirale, coadiuvati dai chiodi di garofano, ai quali spetta invece la funzione antibatterica. Dal canto loro, invece, le scorze di limone sono antisettiche e balsamiche. Insomma, gli ingredienti di questa ricetta sono proprio quello che ci vuole per affrontare al meglio il freddo invernale.