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Inquinamento

Cattura CO2: un mostro potrebbe aggirarsi nelle foreste di tutto il mondo

Per affrontare e risolvere il problema dei cambiamenti climatici servono interventi decisi sul fronte dell’approvvigionamento energico e strategie coese a livello mondiale per ridurre le emissioni nocive. Ma prima di riuscire ad ottenere dei risultati concreti che vadano nell’ottica di una economia realmente sostenibile passerà sicuramente molto tempo. E non possiamo permetterci di aspettare. Senza considerare il fatto che per fermare davvero il cambiamento climatico purtroppo non è più sufficiente frenare le emissioni di anidride carbonica ma c’è l’urgenza di eliminare quelle che vengono quotidianamente immesse nell’atmosfera, che sono tante, troppe. Non a caso negli ultimi anni la ricerca si è concentrata nello sviluppo di tecnologie cattura CO2, pensate per essere installate nelle aree più inquinate delle città o in prossimità di fabbriche e industrie. Ne abbiamo parlato più volte, citando i sistemi sviluppati dalla Carbon Enigineering, della Skytree e soprattutto della svizzera Climeworks che, oltre ad aver costruito degli enormi filtri cattura CO2, ha anche ideato un modello efficiente che prevede la rivendita del gas prodotto.

Cattura CO2, gli alberi lo fanno già

Fino a questo momento, però, nessuno aveva pensato a un dispositivo che potesse semplicemente supportare e favorire un processo che di fatto avviene già in natura. Gli alberi sono il purificatore d’aria per eccellenza: nel processo di fotosintesi assorbono l’anidride carbonica e rilasciano ossigeno. È per questo motivo che è importante preservare le foreste e gli habitat naturali, un principio che negli ultimi decenni si è decisamente perso.

Obrist C-Transformer, un ‘mostro’ in giro per le foreste

Riflettendo su questo tema, Nickole Lewis, Chris Meusburger e Frank Obrist hanno avuto l’idea di sviluppare un sistema che potesse in qualche modo potenziare il processo naturale di cattura CO2 svolto dagli alberi, contribuendo al tempo stesso a una riforestazione delle aree naturali. Così è nato Obrist C-Transformer, un ingegnoso macchinario che combina diverse tecnologie e funzionalità e che dovrebbe ‘viaggiare’ all’interno delle foreste per assolvere i suoi compiti.

Nel video di presentazione vengono illustrate le idee e gli obiettivi alla base della tecnologia:

https://youtu.be/y-zTqJ8-CnA

Una macchina ispirata alla natura e creata per la natura

Gli ideatori la definiscono una macchina ‘ispirata alla natura e creata per la natura’. Un sistema insomma che vuole facilitare alcuni meccanismi naturali, come quelli di cattura CO2, ristabilendo l’equilibrio ecologico che è attualmente fuori controllo.

Passo 1: estirpare gli alberi a fine vita trasformandoli in biomassa

A vederlo, Obrist C-Transformer sembra un mostro gigante ed è sicuramente un macchinario complesso, difficile da capire e spiegare. Ma cerchiamo di semplificare. Il sistema dovrebbe lavorare all’interno di foreste. Muovendosi, Obrist identifica gli alberi giunti a fine vita e, prima che muoiano definitivamente rilasciando nell’atmosfera tutto il carbonio che ha assorbito, li estirpa e li macina al suo interno trasformandoli in tempo reale in biomassa.

Passo 2: fertilizzare e rigenerare il terreno per favorire la nascita di nuovi arbusti

Ma non è tutto qui. Mentre il macchinario fa pulizia al tempo stesso arricchisce il terreno di sementi e fertilizzati naturali che possono aiutare l’habitat a rigenerarsi e a diventare più rigoglioso. Contribuendo al fiorire di nuovi alberi e piante, OBRIST C-Transformer è a tutti gli effetti un promotore di biodiversità e potrebbe essere utilizzato come soluzione per trasformare aree di monoculture in spazi rigogliosi di permacultura.

Questo il video che ne spiega il funzionamento:

La macchina cattura CO2: 2.100 tonnellate al giorno

Stando agli ideatori, le funzionalità della macchina sono state scientificamente testate. E i risultati dimostrano che OBRIST C-Transformer potrebbe essere in grado di catturare fino a 600 tonnellate di carbonio (l’equivalente di oltre 2100 tonnellate di CO2) al giorno. Un dato che renderebbe il sistema la prima tecnologia su larga scala a riuscire ad assolvere il compito di intrappolare ingenti quantitativi di emissioni nocive e al tempo stesso di promuovere attivamente e naturalmente processi di purificazione dell’aria. Per compensare le emissioni annuali prodotte dal trasporto, sottolineano gli ideatori, il macchinario dovrebbe lavorare annualmente su un’area grande come lo stato del Wisconsin.

In cerca di finanziamenti

OBRIST C-Transformer è ancora in fase prototipale. Gli inventori del sistema stanno ancora studiando i processi che sono alla base, come la pirolisi, la capacità di stoccaggio così come le dimensioni che dovrebbe avere per assolvere ai suoi compiti. Sono già in contatto con una serie di laboratori di ricerca di tutto il mondo, che hanno mostrato interesse nel collaborare allo sviluppo della tecnologia. L’obiettivo è quello di riuscire a terminare la produzione di serie entro il 2025. Un obiettivo raggiungibile soltanto con dei finanziamenti, che sono abbastanza cospicui: parliamo di circa un miliardo di dollari. Metà di questa cifra, gli ideatori sperano di raccoglierla grazie alle donazioni, motivo per cui hanno lanciato di recente una campagna di crowfunding sulla piattaforma Indiegogo.