diminuzione dello spreco alimentare
Agricoltura

Diminuzione dello spreco alimentare made in Trentino: ecco Demetra

Succede anche ai più attenti e parsimoniosi. Nel cesto della frutta in bella mostra sul tavolo in cucina, o magari tra gli scaffali del frigorifero, prima o dopo, una mela marcia si trova. O un kiwi, una banana, delle fragole, un’arancia… basta qualche giorno in più di maturazione, o una conservazione non proprio perfetta, e la frutta è da buttare. Ma non esiste un metodo efficiente per la diminuzione dello spreco alimentare? Se pensiamo a quello che succede a casa nostra con piccole quantità di frutta e verdura, cosa può accadere lungo tutta la filiera, tra i magazzini e i rivenditori?

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Sprecato un terzo del cibo a livello mondiale

Stando alle stime recentemente pubblicate dalla FAO (Food and agriculture organisation of the United nations) nel mondo viene sprecato puntualmente un terzo del cibo prodotto. Ogni tre alberi da frutta, uno viene praticamente coltivato e curato inutilmente. A livello globale, vengono coltivati 1,4 miliardi di ettari di terreno fertile per produrre frutta e verdura che non arriveranno mai sulla tavola di nessuno, finendo direttamente nel cestino ad un certo punto nel tragitto tra il produttore e l’effettivo consumo. Allo stesso modo, ogni anni vengono sprecati 250 chilometri cubi di acqua. Ecco, queste sono solo alcune delle spaventose cifre che invocano una repentina e significativa diminuzione dello spreco alimentare. In molti hanno accolto questa sfida, e va detto che in alcuni casi sono arrivate delle soluzioni molto interessanti: tra queste vi è sicuramente quella proposta dalla startup Green Code, realtà nata dall’hub di Trentino Sviluppo dedicato all’economia circolare, ovvero Progetto Manifattura di Rovereto.

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diminuzione dello spreco alimentare

La diminuzione dello spreco alimentare ha un nome, e anche importante: Demetra

La soluzione proposta dai tre giovani imprenditori di Green Code per avviare una veloce diminuzione dello spreco alimentare si chiama Demetra, proprio come la dea greca del grano e dell’agricoltura. In parole semplici, questo prodotto è un estratto del tutto naturale che è in grado di rallentare l’invecchiamento di frutta e verdura arrestando totalmente il processo di maturazione, il tutto senza ricorrere né ad inquinanti refrigeratori né tanto meno a nocivi conservanti di origine chimica. Come ha sottolineato Emiliano Gentilini, co-fondatore e presidente della startup del Progetto Manifattura, «invece di applicare l’ingegneria genetica, grazie alle biotecnologie oggi è possibile intervenire a livello molecolare sfruttando quanto la natura ha già messo a disposizione in termini di estratti vegetali». In questo modo, secondo i suoi creatori, Demetra sarebbe in grado di ridurre fino al 90% l’incidenza delle marcescenze e dello spreco di verdura e frutta su tutti i livelli della filiera alimentare.

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Un’idea pratica, salutare e sostenibile

A conti fatti, dunque, il prodotto della startup basata a Rovereto permetterebbe di tagliare fino al 50% delle emissioni prodotte dalle necessità tipiche della conservazione di frutta e verdura, oltre che rallentare lo spreco vero e proprio dei prodotti agricoli. E proprio per questa fenomenale potenzialità nella diminuzione dello spreco alimentare lo scorso 10 maggio l’estratto naturale concepito da Green Code ha vinto il concorso internazionale ‘Idee Innovative per l’Agribusiness, un evento promosso da UNIDO ITPO Italy (Ufficio in Italia per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e con Seeds & ChipsThe Global Food Innovation Summit. La giuria ha motivato la scelta di Demetra come migliore idea tecnologica per l’agribusiness per la sua concreta possibilità di velocizzare il processo di diminuzione dello spreco alimentare, essendo una soluzione sostenibile, pratica e buona sia per la salute dell’uomo che per quella dell’ambiente. Stando ai test effettuati in sinergia con la Fondazione Edmund Mach, l’estratto prodotto dalla startup non è solo bio e atossico per i consumatori e per i lavoratori, ma anche per le api. Come ha voluto sottolineare Francesco Guzzonato, co-fondatore di Green Code e responsabile della ricerca, «hanno considerato Demetra una delle tecnologie ed idee più innovative a livello globale nel settore foodtech e agritech, che possano migliorare la sicurezza alimentare dei Paesi in Via di Sviluppo e delle economie industrializzate».

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Meno energia sprecata, meno emissioni

Demetra è già stato ovviamente testato con ottimi risultati. Il prodotto, costituito solo ed unicamente da estratti vegetali, ha già fatto il proprio dovere con le mele trentine, allungandone la vita e permettendo inoltre una maggiore croccantezza ed una superba resistenza a funghi e microbi. Si è calcolato che, trattando un’intera cella di mele (ovvero circa 300 tonnellate di frutta) con Demetra, si può arrivare a risparmiare un quantitativo di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 4 o 5 appartamenti. Un minore utilizzo di energia equivale ovviamente anche a meno emissioni nocive: grazie al prodotto naturale per la diminuzione dello spreco alimentare si potrebbe infatti tagliare una quantità di emissioni pari a quelle rilasciate in un intero anno da 820 automobili. «La nostra speranza ora è di aprirci ai mercati internazionali nei Paesi in via di sviluppo e lavorare attivamente nei progetti di cooperazione internazionale» ha spiegato Gentilini, aggiungendo che «Demetra è solo l’inizio di una serie di progetti che Green Code sta sviluppando. Presto arriveremo con nuove idee innovative, nel pieno rispetto della natura e di uno sviluppo sostenibile». E quello messo in palio da UNIDO ITPO non è l’unico premio vinto dalla startup: di recente Green Code si è vista assegnare anche il premio della Fondazione Everis, il quale gli permetterà di accedere alle finali internazionali per i prodotti più sostenibili che si terranno a Madrid.