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Elettrodomestici: l’etichetta energetica dice la verità?

Gli elettrodomestici consumano fino al 30% in più di energia rispetto a quella dichiarata nell’etichetta energetica europea. Una ricerca indipendente svela che i test europei sono inaffidabili, antiquati e confusi.

L’etichetta energetica europea (dall’inglese energy label) informa i clienti sulle caratteristiche e sul consumo energetico di un elettrodomestico, attraverso le classi di efficienza energetica. È usata soprattutto per frigoriferi/freezer, lavatrici, forni e gas, lavastoviglie e televisori. Finora l’A+++ era la migliore valutazione per qualsiasi apparecchio. Le energy labels sono un’applicazione delle politiche di efficienza energetica promosse dall’Europa. Con loro la Commissione europea promette un risparmio in bolletta di 500€ l’anno ad ogni utente e di ridurre del 9% le emissioni europee di CO2 entro il 2020.

L’etichetta energetica europea: come cambia nel 2019

A giugno il Parlamento europeo ha approvato le nuove etichette energetiche: dal 2019 le classi energetiche torneranno dalla A alla G. Verranno quindi abolite le classi A+, A++ e A+++ e si aggiungerà un QR code con altre informazioni da un database online.

L’indagine Smart testing of energy products (STEP)

Ma l’etichetta energetica è attendibile?

No, secondo l’inchiesta Smart testing of energy products (STEP), ripreso nel rapporto Closing the “Reality Gap” e condotto da CLASP, ECOS, European Environmental Bureau (o EEB) e Topten. La ricerca delle ONG indipendenti ha scoperto che i test utilizzano standard inattendibili, obsoleti e ambigui. È durata 18 mesi e è costata 400.000€.

Lo studio ha verificato i consumi energetici di 20 elettrodomestici tra televisori, lavastoviglie e frigoriferi/freezer scelti tra gli ultimi modelli e di differenti prezzi. Gli apparecchi sono stati sottoposti alle procedure europee dell’EHTS (European Harmonised Test Standards). Ma anche a test con modalità più realistiche, simili all’uso quotidiano degli apparecchi da parte di un utente medio.

I risultati: il consumo energetico reale degli elettrodomestici

Con le TV, ad esempio, sono state fatte sei verifiche diverse. La prima è la misurazione del consumo medio di energia secondo il test standard europeo EN 62087:2016, ossia con un video del 2007. Gli autori della ricerca hanno creato un nuovo video in alta definizione (HD), UHD (ultra-alta definizione) e HDR (High Dynamic Range) e lo hanno riprodotto sui dispositivi. Inoltre hanno aggiornato il firmware (software degli apparecchi elettronici) e riprodotto i quattro test detti sopra. E misurato i consumi nelle modalità standby e risparmio energetico, modificato la luminosità e il sistema audio e verificato i consumi energetici per ogni cambiamento.

I risultati dicono che 4 televisori su 7 hanno avuto un’impennata del consumo energetico tra il 30% e il 130% passando da una visione HD a UHD/HDR. Solo con l’aggiornamento del firmware, 3 televisori su 7 hanno aumentato i consumi tra il 31 e il 37%. Il controllo automatico della luminosità può far risparmiare tra il 32 e il 76% ma lo standard europeo non misura questo dato. 5 TV su 7 hanno bloccato la modalità “risparmio energetico” senza preavviso all’utente. E 2 modelli su 7 l’hanno oscurata e non può essere riattivata senza un reset dal produttore.

Inoltre i protocolli europei si sono rivelati inverosimili. Ad esempio, le lavastoviglie vengono testate solo in modalità eco-mode (risparmio energetico) per stabilirne la classe energetica. Usando altri lavaggi, i consumi aumentano fino al 73%. I frigoriferi e freezer, per di più, vengono controllati senza aprirli e senza cibo fresco all’interno. In questi casi, i consumi energetici crescono di un terzo.

modern kitchen (foto: pixabay.com)

Conclusioni dell’indagine sul consumo energetico degli elettrodomestici

Grazie ai risultati dei test, STEP arriva a quattro conclusioni sul reale consumo energetico degli elettrodomestici:

  1. Gli standard europei non riflettono l’utilizzo realistico degli elettrodomestici. Lo si è visto con lavastoviglie e frigoriferi che vengono testati senza rispecchiare l’uso abituale dei consumatori e il cambiamento tecnologico;
  2. I test ufficiali vengono riconosciuti con facilità aumentando il rischio di violazione dei controlli o di concorrenza sleale da parte delle aziende produttrici;
  3. Sono presenti ambiguità su come vengono prodotte alcune misurazioni. Ad esempio, i protocolli europei non spiegano come viene misurato il volume interno dei frigoriferi/freezer, nonostante sia un valore importante per l’assegnazione della classe energetica dell’apparecchio;
  4. In etichetta ci sono informazioni assenti o confuse, come abbiamo visto con la funzione risparmio energetico nelle TV.

La ricerca sulle classi energetiche negli Stati Uniti

L’indagine europea non ha fatto nomi di marchi. Ma negli Stati Uniti una ricerca simile ha verificato televisori Samsung, LG e Vizio riscontrando una crescita dei consumi energetici fino al 45% fuori dalle condizioni di laboratorio, creando un gran dibattito sull’affidabilità delle valutazioni energetiche.

La soluzione? Aggiornare gli standard europei per il risparmio energetico

“Gli standard dei test sono stati creati per essere comparabili, riproducibili e accessibili – ma non riflettono l’uso quotidiano degli apparecchi. È ora di ricalcolarli in modo più rappresentativo”, dice Stéphane Arditi, manager dell’EEB, co-autore del rapporto STEP. Sembra evidente che l’Europa debba migliorare e aggiornare i protocolli europei per avere etichette energetiche efficaci e credibili. I consumatori hanno il diritto di avere informazioni attendibili e di ridurre i propri consumi energetici.