le conseguenze dell'estinzione degli insetti
Animali

Cibo, suolo, acqua: le conseguenze dell’estinzione degli insetti

Costituiscono di fatto gli animali più importanti per la nostra vita sulla Terra e per l’ambiente, e sono allo stesso tempo quelli di cui sappiamo meno. E, probabilmente, anche quelli di cui solitamente ci interessiamo meno. Eppure gli insetti, soprattutto gli impollinatori, svolgono un ruolo fondamentale e insostituibile. Per questo motivo sarebbe bene finalmente aumentare il livello di attenzione intorno alla crescente estinzione degli insetti. E certo, sappiamo effettivamente poco sugli invertebrati e sul loro stato di salute, ma ogni nuova notizia in questo senso va a descrivere una situazione sempre più drammatica: un nuovo report afferma che ci sono in tutto 2 milioni di specie a rischio di estinzione, praticamente il doppio rispetto a quanto stimato precedentemente dalle Nazioni Unite. E questo incremento è da ricondurre proprio all’aumentare dei dati a disposizione sugli insetti: si è ora arrivati a stimare che circa il 24% degli invertebrati sia a rischio estinzione; a rendere questo dato ancora peggiore è il fatto che in quella fetta ci sono alcuni tra i più importanti impollinatori.

Le conseguenze dell’estinzione degli insetti sul cibo

Tra le conseguenze più negative dell’estinzione degli insetti ci sono ovviamente quelle relative all’impatto sull’impollinazione e sulla filiera alimentare. I raccolti che ci garantiscono gran parte delle vitamine e dei minerali, come frutta, ortaggi e noci, dipendono proprio dagli impollinatori; si stima che il 75% delle coltivazioni sia reso possibile da questi insetti, dalle api in poi, e che il 95% del cibo sia collegato in modo diretto o indiretto alla fertilità del suolo. La quale, come si vedrà tra poco, è anch’essa influenzata dalla salute degli insetti.

In parole molto semplici, al venire meno degli insetti si ha meno impollinazione, e al diminuire di quest’ultima cala la produzione, in termini di peso come in termini di qualità: questo è quello che gli addetti ai lavori chiamano “pollination deficit”. Uno studio della Harvard University ha calcolato che attualmente una fetta compresa tra il 3% e il 5% della produzione globale di vegetali, di frutta e di frutta secca viene perduta proprio per via di una impollinazione insufficiente. Una quantità marginale, certo, che però gli studiosi hanno collegato a circa 420 mila decessi annui per via della riduzione del consumo di cibo salutare e per le conseguenti patologie. Praticamente un numero di morti paragonabile a quelle causate dal cancro alla prostata, dalla violenza interpersonale e dall’abuso di sostanze nocive.

Il venir meno degli insetti influenza anche la qualità dell’acqua

L’estinzione degli insetti non influenza negativamente solo la produzione di cibo. Anche la qualità e la salubrità dell’acqua possono essere messe a rependaglio dal ridursi degli insetti. Pensiamo per esempio alle mangrovie, piante che beneficiano degli impollinatori e che hanno un ruolo importante nel “filtrare” gli inquinanti, contribuendo così a mantenere le acque pulite. È noto che a partire dalla fine degli anni Novanta l’estensione globale delle mangrovie si è ridotta di circa il 35%. E ancora, come riportato dal Guardian, ci sono studi che mostrano come all’aumentare delle specie presenti in un habitat cresca anche la capacità di rimuovere gli inquinanti in modo rapido.

Le conseguenze sul suolo

Vale la pena infine presentare anche le conseguenze dell’estinzione degli insetti sul suolo. Non si deve infatti pensare che le ondate di calore e i periodi di siccità colpiscano solo ciò che sta sopra alla superficie. Questi stessi eventi estremi mettono in difficoltà anche le popolazioni di insetti che vivono a livello del suolo, riducendo così la biodiversità. Al ridursi degli organismi presenti nel terreno diminuisce anche la sua fertilità, rendendo così gli effetti delle siccità ancora più gravi.