incendi e cambiamenti climatici rapporto
Cambiamento climatico

Il rapporto tra incendi e cambiamenti climatici

Quello che si è sviluppato in Grecia negli ultimi giorni di agosto è stato bollato dal Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis) come il più grande incendio mai registrato in Europa dal 2000, ovvero dall’anno di inizio delle registrazioni di questo tipo da parte dell’ente. Iniziato il 19 agosto, ancor prima della fine del mese questo incendio aveva bruciato oltre 810 chilometri quadrati, un’area di territorio grande circa la metà della superficie della città metropolitana di Milano. E di certo quelle che hanno aggredito la Grecia non sono le uniche fiamme che si sono innalzate nell’estate del Mediterraneo. Pensiamo agli incendi che hanno colpito il Sud Italia, in Calabria, in Sicilia e in Campania nelle ultime settimane. Ma possiamo guardare anche altrove, per esempio oltreoceano, con gli incendi del Canada, il cui fumo è arrivato a soffocare anche New York e Philadelphia. E che dire dei devastanti incendi boschivi che a inizio anno hanno bruciato centinaia di migliaia di ettari di terreno in Cile? Non ci sono dubbi: esiste un rapporto vizioso tra incendi e cambiamenti climatici, con i primi favoriti dai secondi. Un recente studio ha ora sottolineato quanto le fiamme che si levano dalle foreste siano a loro volta uno dei fattori di surriscaldamento globale: vediamo come e perché.

Perché con il cambiamento climatico aumentano gli incendi forestali

Uno studio effettuato dall’Unep, ovvero dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha stimato che gli incendi estremi cresceranno fino al 14% entro il 2030, aumenteranno poi del 30% entro il 2050, e infine del 50% entro la fine del secolo. A spingere in questa direzione ci sono due fattori: da una parte l’utilizzo eccessivo del suolo, dall’altra il cambiamento climatico. Ma in che modo i cambiamenti climatici determinano una crescita degli incendi? Si parte con l’aumento delle temperature medie, e si continua con i lunghi periodi di siccità, a rendere le foreste più secche: al ridursi dell’umidità la combustione è favorita. E se fino a qualche anno fa questo succedeva ogni anno ma per dei periodi limitati, ora i periodi di calore e di siccità si allungano, e si estende così anche la stagione degli incendi. Che molto spesso sono causati dall’uomo, certo, in un contesto in cui però si propagano sempre più in fretta, facendo molti più danni.

Incendi e cambiamenti climatici: più fiamme, più surriscaldamento

Abbiamo visto una faccia del rapporto tra incendi e cambiamenti climatici, spiegando perché con il climate change aumentano i boschi bruciati. Vale però la pena sottolineare che gli stessi incendi diventano un fattore capace di esacerbare i cambiamenti climatici. Prima di tutto perché le fiamme, continuano a bruciare per settimane, producono montagna di anidride carbonica. Andrebbe poi approfondito quanto il carbone derivato dalle medesime fiamme vada poi a influenzare i processi naturali degli ecosistemi forestali, a partire per esempio dalla decomposizione della materia organica, processo che potrebbe aumentare ulteriormente le emissioni; e ancora, la deforestazione causata dagli incendi “toglie” i polmoni verdi del pianeta, così da far diventare più difficile la lotta ai cambiamenti climatici.

Ma c’è di più. Uno studio pubblicato su Nature Geoscience ha scoperto che i fumi prodotti dagli incendi boschivi sono molto più dannosi di quanto si pensasse. La convinzione era che una parte dei fumi potessero essere persino benefici per la lotta al cambiamento climatico. È noto infatti che i “fumi scuri” della combustione di legno assorbono la radiazione solare, contribuendo all’effetto serra, e si pensava che invece i “fumi chiari”, popolati da particelle organiche, disperdessero le radiazioni, con un effetto quindi opposto. Ebbene, lo studio ha dimostrato che anche all’interno dei fiumi chiari ci sono particelle che assorbono le radiazioni solari. A partire da questa rivelazione, gli scienziati sono convinti che sia necessario tenere in considerazione anche i “contributi” di tali particelle nel calcolare i fattori dell’effetto serra.