dispositivo che purifica l'aria inquinata
Inquinamento

Dall’India un dispositivo che purifica l’aria inquinata

L’inquinamento dell’aria è un problema che affligge le città di tutto il pianeta. C’è però un paese in cui la situazione è del tutto fuori controllo, con livelli di inquinamento effettivamente spaventosi. Parliamo dell’India, lì dove si trovano 22 delle 30 città più inquinate del mondo.

Basta questo dato per non stupirsi del fatto che, in questo paese, muoiono ogni anno più di un milione di persone a causa dell’inquinamento. Più nello specifico, nell’aria delle città indiane si trovano livello altissimi di PM2.5, quello stesso particolato che nel 2020 ha causato circa 54.000 morti premature nella sola New Delhi (stando ai numeri di Greenpeace).

I livelli di inquinamento in India sono tali che, stando a quanto testimoniano tantissimi cittadini, si sente un ammanco di energie già al mattino, già al momento del risveglio. Non si parla peraltro unicamente della salute delle persone.

L’inquinamento dell’aria è come è noto un fattore negativo anche per il cambiamento climatico. Uno dei componenti maggiormente presenti nel particolato è quello che viene indicato come black carbon, ovvero una polvere nociva che riesce ad assorbire un milione di volte l’energia solare assorbita dall’anidride carbonica.

Riuscire a ridurre in modo concreto i livelli di black carbon presenti nell’aria, quindi, aiuterebbe no poco la lotta contro il cambiamento climatico. Pensando sia alla salute delle persone che a quella dell’ambiente, Angad Daryani, un giovane inventore e imprenditore indiano, ha deciso di mettere punto un dispositivo che purifica l’aria inquinata: vediamo di cosa si tratta.

La lotta di Angad Daryani contro l’aria inquinata

Angad Daryani è uno startupper di 23 anni, forte di una laurea in ingegneria presso il Georgia Institute of Technology, negli Stati Uniti. Daryani si ricorda molto bene dell’infanzia passa a Mumbai, e soprattutto degli attimi in cui, durante le partite di calcio con gli amici, l’inquinamento dell’aria gli rendeva quasi impossibile il respiro, esacerbando al massimo la sua asma. «L’inquinamento dell’aria uccide sette milioni di persone all’anno, eppure non lo prendiamo seriamente, come invece stiamo facendo con il Covid-19» spiega Daryani.

Va peraltro sottolineato che il fatto di vivere in ambienti inquinati peggiora i sintomi stessi del Coronavirus: uno studio di Harvard ha per esempio dimostrato che basta 1 microgrammo di PM2.5 in più per ogni metro cubo d’aria per incrementare del 15% le vittime di Covid-19 nelle città statunitensi.

É quindi indispensabile tagliare l’inquinamento. Per convertire tutte le automobili in veicoli elettrici, però, «ci vorranno almeno 30 anni. In questo periodo, le città soffocheranno nel loro inquinamento.

Per questo dobbiamo purificare l’aria a livello locale» afferma Daryani. A partire da questo presupposto, ha messo a punto un dispositivo che purifica l’aria inquinata in modo economico e conveniente.

Il dispositivo che purifica l’aria inquinata a costi ridotti

Come abbiamo visto, sono stati già costruiti diversi stabilimenti per risucchiare l’anidride carbonica dell’aria. Si tratta però di sistemi di purificazione molto costosi, e anche molto grandi, che non possono essere installati ovunque. A New Delhi poche settimane è stata installata per esempio una torre che purifica l’aria, alta 20 metri, con un costo di 2 milioni di dollari.

Quello proposto da Daryani è invece un dispositivo low-cost e meno ingombrante. E c’è di più: non ha bisogno di filtri, e quindi di elementi che devono essere cambiati regolarmente, con spese continue. Intorno a questo progetto Daryani ha lanciato la startup Praan, che ha già presentato il primo modello di dispositivo pronto per essere venduto.

Si tratta di un device alto 176 centimetri, che può essere montato su lampioni o pareti di edifici: per fare un paragone, al prezzo di un iPhone Pro di ultima generazione è possibile acquistare due dispositivi Praan.

E non è tutto qui: le particelle immagazzinate nell’aria vengono raccolte in un contenitore. Lo stesso black carbon raccolto può così essere utilizzato per le più diverse applicazioni: attualmente, per esempio, il particolato raccolto da Praan viene affidato a un’azienda che produce piastrelle e rivestimenti decorativi, e che mescola il black carbon con della pietra macinata.

Un singolo dispositivo Praan, stando ai dati forniti da Daryani, riesce a filtrare oltre 8 metri cubi d’aria al minuto, per immagazzinare fino a 11.000 centimetri cubi di particolato.