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Urbanistica

Le nuove sfide che le città devono affrontare: programmi di sviluppo sostenibile

A due anni dalla Conferenza mondiale sul clima di Parigi, i Paesi hanno concordato di mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine, invitando anche i soggetti interessati che non sono parti dell’accordo, comprese le città, a lavorare su programmi di sviluppo sostenibile per ridurre le emissioni di CO2, costruire resilienza per ridurre la vulnerabilità, promuovere la cooperazione regionale e internazionale.

Agire sulle città è quindi una priorità a cui i decisori politici non possono più sottrarsi. Circa metà della popolazione mondiale vive infatti nelle aree urbane, richiede il 65% dell’energia globale ed è responsabile del 70% delle emissioni di anidride carbonica. Essendo il 90% delle metropoli distribuite lungo le coste, l’innalzamento del livello del mare e le improvvise tempeste hanno un impatto devastante. Secondo il rapporto del C40 Cities-Climate Leadership Group (C40), una rete globale di città impegnate per realizzare politiche sostenibili, il 70% delle megalopoli è già alle prese con gli effetti del cambiamento climatico.

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Le conseguenze sulla popolazione

Oltre al crescente allarme climatico, l’aumento della popolazione e l’evoluzione economica dei paesi in via di sviluppo hanno accentuato la pressione su una maggiore domanda energetica, che si differenzia a seconda delle necessità. Se in gran parte delle città nel mondo l’energia è prevalentemente usata per i trasporti e gli edifici, in Asia e nel Latino America le industrie reclamano la loro parte. E le persone? Nove su dieci devono fare i conti con livelli di qualità dell’aria che superano i limiti studiati dall’Organizzazione mondiale della sanità, valori che raggiungono il 98% in caso di paesi a basso e medio reddito, dove la concentrazione di solfati, nitrati e particelle di carbonio è particolarmente elevata.

Città più sostenibili

L’urgenza energetica ed ambientale evidenzia l’importanza di “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”, come recitato dall’11esimo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri.

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Ma la transizione verso città più sostenibili non passa solo per l’energia: abbraccia anche interventi di miglioramento della mobilità, della qualità della vita, della gestione dei rifiuti, delle risorse idriche e della rigenerazione urbana. Soprattutto prevede un approccio olistico che associ ai progetti di rinnovamento le abitudini dei cittadini, favorendo stili di vita più ecologici e condivisi.

 

Esempi virtuosi di sviluppo sostenibile

In Europa e nel mondo, gli esempi sono tangibili. A Copenaghen gran parte del centro non è accessibile alle macchine e mira ad essere una metropoli a emissioni zero entro il 2025; Amburgo porta avanti progetti di riqualificazione urbana e pensa ad una rete ciclabile che colleghi gran parte dei quartieri. Numerose città tra cui Parigi, Oslo, Nuova Delhi, Città del Messico e New York si apprestano a implementare strategie a lungo termine per diminuire le emissioni e favorire mezzi a due ruote e car-sharing. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, gli investimenti per minimizzare il consumo energetico degli edifici aumenterà da 80-100 miliardi di dollari nel 2014 a 215 miliardi di dollari all’anno nel 2020. In parallelo, la rivoluzione della mobilità, che incoraggia spostamenti a piedi, in bicicletta o attraverso il trasporto pubblico, potrebbe far risparmiare 21mila miliardi di dollari entro il 2050, contribuendo a diminuire le emissioni di gas serra.

 

E l’Italia? L’esempio di PUSH a Palermo

Anche l’Italia è in corsa per migliorare la comprensione e veicolare le visioni delle città del futuro. Secondo Salvatore Di Dio, direttore e responsabile del laboratorio di innovazione sociale urbana PUSH, specializzato in progettazione per lo sviluppo sostenibile,

“una città è intelligente quando riesce a valorizzare in modo sempre nuovo, diverso e sostenibile le risorse ambientali, culturali e soprattutto umane che la compongono”.

PUSH sostiene numerosi progetti e opera a Palermo, città nominata capitale italiana della cultura per il 2018. Una realtà difficile dal punto di vista urbanistico se si pensa che è fra le peggiori in Italia per l’utilizzo di sistemi di mobilità sostenibile. Scegliere come investire, in che settori e con quale priorità è la sfida delle istituzioni, che devono agire a livello locale affinché si inneschi un processo a catena per il quale i cittadini stessi siano stimolati a partecipare al cambiamento, compiendo scelte sostenibili e virtuose che si possano riflettere su larga scala.

Affinché esista un qualsiasi rapporto umano “sano” è necessario che ci sia apertura, chiarezza ed empatia. Serve anche molta pazienza a volte, ma la qualità del tempo che ci si dedica è la chiave di ogni rapporto – continua Salvatore Dio Dio – ed è esattamente questo che devono sviluppare città e cittadini: un rapporto umano. Non servono tanti investimenti. E sicuramente non servono archistar o consulenti di patinate multinazionali.”

Ritornare ad una dimensione umana quindi, in cui siano privilegiate le necessità concrete e non gli interessi di pochi, in cui le persone abbiano un ruolo centrale.

“Servono cittadini creativi, visionari e poeti. Serve dare opportunità a chi ha il coraggio di sperimentare soluzioni economicamente sostenibili e scalabili” conclude il responsabile di PUSH.

La trasformazione, grazie a queste iniziative che partono dal basso è già in atto.