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Italia

Sofisticazione alimentare: in Germania finto olio pugliese

L’olio taroccato finto pugliese

Tutti i dati ormai lo confermano: l’ultima frontiera della criminalità organizzata è la sofisticazione alimentare di qualità. Appena pochi mesi fa in Germania i carabinieri del Nas hanno prelevato delle bottiglie di olio extravergine spacciato per pugliese, ma di pessima qualità e con logo di un’azienda inesistente, visto che il frantoio neppure esisteva. Dopo brevi indagini si è scoperto che a gestire l’affare era la criminalità organizzata foggiana, non nuova a questo tipo di truffa. Non solo olio nel mirino della criminalità, ma anche il vino che veniva commercializzato con un analogo sistema, con prezzi a bottiglia molto alti e prodotti scadenti. Questo tipo di reato, denuncia Coldiretti, non solo provoca un enorme danno d’immagine per la Puglia perché sul mercato viene proposto un alimento di pessima qualità che nulla ha a che fare con i dop e i doc locali, ma si ripercuote soprattutto sui produttori seri poiché, visto che si abbattono i prezzi, fanno fatica a rimanere sul mercato. Un altro dato importante è quello dei prodotti esteri di scarsa qualità ma dai prezzi bassi che arrivano sul mercato italiano, facendo concorrenza ai produttori locali.

Tutelare il made in Italy dalla sofisticazione alimentare

Ma c’è un ulteriore problema spiegato da Gianni Cantele, presidente di Coldiretti: «Il mercato parallelo di oli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, distrugge il territorio. Proprio per proteggere i prodotti made in Italy dalla sofisticazione alimentare, va applicata alla lettera la legge salva-olio: dall’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla data di imbottigliamento, al riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, dall’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli, al rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali, sono solo alcune delle misure previste dal provvedimento. Le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni: ammontano infatti a circa 87mila tonnellate contro le 34mila di importazione».