plastica in carburante
Riciclo plastica

Trasformare la plastica in carburante

Si sa, siamo letteralmente sommersi dalla plastica. Ogni anno produciamo circa 100 tonnellate di rifiuti in plastica, una quantità impossibile da smaltire e che sta provocando vere e proprie stragi ambientali. L’unica soluzione rimane quella del riciclo, nei modi più svariati. La prospettiva più interessante è quella, indagata da molti team di ricerca, di trasformare la plastica in energia pulita.

Nuovo processo per trasformare la plastica in carburante

Una novità in tal senso arriva dalla Cina. Rispetto ad altre tecniche analoghe, quella sviluppata dalla Chinese Academy of Sciences promette un consumo energetico nettamente inferiore e un prodotto di migliore qualità.
Il processo, in grado di degradare materiali plastici in polietilene in combustibili liquidi e cere – spiegano i ricercatori nell’articolo su Science Advances –  potrebbe aiutare a riciclare milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno e a trasformarle anche in “carburante” per le macchine o in cere usate nei processi di produzione industriale.

Smontata la struttura del polietilene

Si parte dal polietilene. I materiali in polietilene e propilene costituiscono oltre il 60% del totale della plastica contenuta nei rifiuti solidi urbani. E, come se non bastasse, il polietilene è molto difficile da degradare senza trattamenti speciali. La tecnica messa a punto dal team di ricerca prevede un processo di ‘smontaggio’ della struttura del polietilene, dal quale vengono estratti carbonio ed idrogeno, i cui atomi vengono rimodellati all’interno di un nuovo composto che può diventare, appunto, un carburante.

A bassa temperatura

Il metodo è stato testato con prodotti in plastica comuni, dalle bottiglie alle pellicole delle confezioni alimentari, alle buste della spesa. Al momento esistono vantaggi e svantaggi. Fra i primi vi è il fatto che il processo avviene a una temperatura di soli 175 gradi Celsius, nettamente inferiore rispetto ai 400 gradi richiesti dai metodi ideati in precedenza. Fra gli svantaggi, invece, il tempo: la conversione finora è stata effettuata in circa quattro giorni, un lasso temporale decisamente lungo.

Ma si è solo all’inizio. Il team di ricercatori sta già testando una serie di migliorie che potrebbero rendere il processo molto più veloce ed efficiente ai fine di una reale conversione del prototipo in realtà.