microplastiche nel mare
Inquinamento

Microplastiche nel mare, arrivano navi per ripulire gli oceani

L’inquinamento da plastica è, ormai da anni, uno dei problemi ambientali più pericolosi nonché più urgenti. In media, come sintetizza il WWF, ogni anno vengono prodotti 450 milioni di tonnellate di plastica, e sempre ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono negli oceani. Si creano in questo modo le enormi isole di plastica galleggianti, ma non bisogna pensare che il problema sia limitato a questi enormi ammassi, in quanto la plastica sembra ormai presente ovunque nei diversi mari. Lo stesso Mediterraneo figura tra i mari più inquinati da materiali plastici. Si stima che, in quel che i romani chiamavano Mare Nostrum, galleggino attualmente circa 3.760 tollellate di plastica. Questa è ovviamente un’enorme minaccia per gli ecosistemi marini. Urge trovare delle soluzioni: da una parte è necessario fermare il costante afflusso di plastiche in mare, partendo da un sempre minore utilizzo di questo materiale; dall’altra, è d’obbligo iniziare quanto prima a pulire mari e oceani. Per questo motivo stanno per essere sviluppate delle barche e della navi capaci di “risucchiare” le microplastiche nel mare.

I dispositivi da installare sulle navi Grimaldi

Come è noto il Gruppo Grimaldi è uno tra i protagonisti dello scenario internazionale del trasporto marittimo, contando al suo interno diverse compagnie di navigazione, tra flotte cargo e traghetti per passeggeri. Nel corso di febbraio Wärtsilä, marchio finlandese leader nelle tecnologie per il settore marino ed energetico, ha ottenuto la licenza per la commercializzazione e per lo sviluppo di un sistema testato e brevettato dal Gruppo Grimaldi per filtrare l’acqua e trattenere le microplastiche. Il dispositivo è stato sviluppato per essere applicato ai già presenti scrubber, che durante la loro attività prelevano e reimmettono in mare grandi quantità di acqua. Nei mesi scorsi sono già stati effettuati dei test su una nave Grimaldi sulla tratta Civitavecchia – Barcellona, con risultati che fanno ben sperare: in un unico viaggio sono state infatti raccolte 64.480 particelle di microplastiche in mare.
Grazie a questa tecnologia le navi possono così trasformarsi in aspirapolveri di microplastiche, pulendo i mari nella loro normale attività di spostamento. È stato peraltro reso noto che il Gruppo Grimaldi devolverà i ricavi risultanti dalle concessioni delle licenze per l’uso della tecnologia brevettata a favore di enti benefici.

Manta, la barca progettata appositamente per eliminare le microplastiche nel mare

Il progetto avviato da Grimaldi mira a servirsi delle normali navi per ripulire poco alla volta il mare. C’è invece chi punta a un progetto di tipo differente. È il caso di SeaCleaners, realtà che si concentra proprio sulla pulizia e sulla protezione degli oceani, che ha progettato una barca con il compito principale di pulire gli oceani. Il suo nome è Manta, e una volta costruita sarà effettivamente la prima imbarcazione al mondo progettata per raccogliere le microplastiche nel mare. Si parla nello specifico di una barca a vela dotata di pannelli fotovoltaici, di impianti minieolici e di un propulsore a idrogeno, che può quindi muoversi senza impattare minimamente sull’ambiente. Manta riuscirà a raccogliere microplastiche di dimensioni maggiori di 10 millimetri, fino a 1 metro di profondità, per riuscire a risucchiare fino a 3 tonnellate di rifiuti all’ora. Il varo di questa grande barca è previsto per il 2024: si prevede che la barca ospiterà 22 membri nell’equipaggio, ai quali potranno sommarsi 12 passeggeri (tendenzialmente ricercatori e scienziati).

Questi sono i primi importanti passi per eliminare le microplastiche dai mari e dagli oceani: insieme a importanti normative (come quella che vieta l’uso di plastica usa e getta) possono fare la differenza.